Bellezza

Specchio specchio delle mie brame…

...chi è la più bella del reame?
Se possedete uno specchio magico (fortunati!) molto probabilmente il bricconcello dirà che siete proprio voi, le più belle (o i più belli) del reame.
Ma vi siete mai chiesti chi e come garantisca l’obiettività di questo processo decisionale?
In altre parole: come è possibile determinare cosa e chi sia bello e quanto?
Per secoli la filosofia si è interrogata su cosa fosse “il bello” e come fosse possibile riconoscerlo. Le risposte si sono susseguite, tutte ugualmente affascinanti, tutte diverse.

Il Rinascimento, con la sua passione per la bellezza e passione per la matematica sembra aver dato una volta per tutte una risposta alla nostra domanda iniziale. Per essere belli, un oggetto o una persona devono rispettare determinati canoni proporzionali… quelli della sezione aurea!

Una definizione rapida: la sezione aurea è la divisione di un segmento in due parti, tale che la maggiore corrisponda al medio proporzionale fra le due. Possibile che “l’arido” linguaggio matematico riesca a spiegare qualcosa di così impalpabile eppure eterno come la bellezza? Beh, facciamo un esperimento insieme.

Una vista mozzafiato, giusto?

Le pennellate magistrali di Leonardo, il paesaggio addormentato, fumoso e sognante. Un capolavoro del Rinascimento e dell’arte mondiale. È piuttosto immediato definire bella la Gioconda, visti i sentimenti di stupore e ammirazione che ci suscita. Ma proviamo a guardarla un po’ più da vicino, con occhio matematico e rinascimentale.

Leonardo immaginò e incasellò il volto della sua Gioconda nella spirale della sezione aurea. È dunque possibile per la scienza parlare il linguaggio della bellezza, e viceversa. Gli intellettuali rinascimentali la chiamavano infatti “divina proporzione” ed era espressa da un numero irrazionale: 1,6 seguito da una cifra infinita di decimali.
Come si comportino gli infiniti decimali della nostra proporzione divina non è ancora chiaro (non è un numero periodico e i decimali non hanno particolari patterns di ricorrenza). Ciò che è palese però è che arti visive, architettura e scultura non hanno mai smesso di usare la sezione aurea dalla sua scoperta. L’hanno utilizzata, ad esempio, anche Le Corbusier e Dalì.

La sezione aurea non è semplicemente un vezzo artistico.
La divina proporzione si trova infatti in tanti enti naturali come piante, fiori, persino nel volo del falco pellegrino.
Ciò ci offre un’occasione irripetibile per riflettere su come la bellezza parli il linguaggio della matematica.
La lingua, diceva Galileo Galilei, in cui è scritto il “Grande libro dell’universo”.

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